Come posso liberarmi dal senso di colpa per aver bestemmiato?

Risponde P. Giuseppe Pirola sj

03/06/2009
«Buongiorno, sono un giovane di 34 anni felicemente sposato e con una bambina. Vorrei aprofittare di questa vostra bella iniziativa in internet  per ricevere una buona parola su una cosa che mi sta capitando e che mi sta  facendo soffrire. Circa un anno fa in un periodo lavorativo molto stressato mi  è capitato nei momenti di nervoso, tipo la classica martellata nel dito, di  pensare delle bestemmie. Arrivavano come un lampo nella mia testa e purtroppo  in due o tre occasioni dalla testa sono passate alla bocca e le ho sussurrate tra me e me. Io, un po' per leggerezza, un po' perchè forse non ho dato al  fatto la giusta importanza, un po' per pigrizia non mi sono confessato subito ed ho continuato a fare la comunione alla domenica per un certo periodo prima di confessarmi. Questa mia grave mancanza l'ho già confessata due volte però leggendo su internet cosa significa fare la Comunione in peccato mortale mi  sono molto impressionato e non riesco più a liberarmi dal senso di colpa per questo mio grave peccato! Mi sento davvero un verme di fronte a Dio e non  riesco più ad avere un rapporto sereno e gioioso con Lui. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi.»
 
Risponde P. Giuseppe Pirola sj
 
Mi pare che lei non bestemmia né ha bestemmiato apposta, ma inavvertitamente. Quel che si fa o si dice non con piena consapevolezza e libera decisione non è peccato mortale. Ovviamente la invito a liberarsi presto dalla bestemmia, prima che diventi abitudine, perché le mancanze anche inavvertite di rispetto per il Signore e la fede dei suoi familiari e degli altri cristiani, vanno tolte.
Quanto ai sensi di colpa: veda di non fare confusione tra due cose diverse: una cosa è il senso di colpa che è l'effetto psicologico di un'analisi del proprio comportamento, fatta tra sé e sé, con effetti depressivi; e  altre peggiori conseguenze psichiche; l'altra è l'esame di coscienza che si fa davanti a Dio e con Dio, padre di misericordia, lasciandosi giudicare da Lui e dalla sua Parola, il cui effetto è il pentimento, la domanda di perdono, e la liberazione dalla colpa o peccato con l'invito che ricorderà: “va’ in pace e non peccare più”. Invito che il Signore le fa dopo ogni confessione, perché la nostra volontà è buona ma noi siamo fragili. Quindi non disperi mai della misericordia e del perdono di Dio. Questa è una tentazione del diavolo che la stanca, la scoraggia dall'avere sempre fiducia in Dio; se molla, questo sì sarebbe un bel peccataccio. Tanto più che una bestemmia detta inavvertitamente non è peccato mortale, e quindi ha fatto bene a fare la comunione, e continui pure a farla, ma facendo attenzione all'atto penitenziale (“confesso a Dio onnipotente…”) che si dice per questo all'inizio della messa.
Le ricordo una frase di un mio giovane amico: in tribunale non ti devi confessare, perché i tribunali ci sono per giudicarti e nel caso punirti; davanti a Dio puoi e devi confessarti, perché ha inventato la confessione per distribuire a tutti il suo perdono. E allora lasci perdere i pensieri che la turbano e la molestano, viva sereno con la sua famiglia. Ciò che la turba, non viene dal Signore.
P: Giuseppe Pirola sj