Come si fa a giungere alla forza e alla tenacia di San Paolo?

Risponde Mons. G.B. Chiaradia

05/03/2009
[In riferimento alla predica del 17 Gennaio 2009] Come si fa a giungere alla forza e tenacia di Paolo? Un interrogativo che occupa spesso la mia mente.
 
Risponde Mons. Chiaradia
 
Certamente non è facile.
Paolo presenta una tenacia di ferro perché proviene da una vita di persecutore, quindi di cattiveria inverosimile che giunge fino al delitto.
Per noi, per Lei, la tenacia è di un altro tipo, chiamiamola diversamente: per esempio: costanza, preoccupazione, saldezza, resisetnza perseveranza nei propri doveri quotidiani.
Nel Suo scritto intravvedo tutto questo: sposata regolarmente, mamma, lavora, frequenta la Chiesa, si preoccupa di leggere nei media cose di alto significato. Lei ha già sperimentato una sua personale tenacia nel suo stato di donna di fede in una famiglia di cui è contenta. Può fare di più e meglio? Va bene.
Ma senza dimenticare che la sua quotidianetà è già paolina superando quelle situazioni personali e familiari che sono costanti di tutti noi.
Vorrei dirle di pensare a San Paolo nelle Sue consuete preghiere e Liturgie. Ciò che io non riesco a dirle, Paolo, davvero, lo dirà. Senza che se ne accorga, Lei ha seguito Paolo nella sua vita di convertito, con una differenza che Lei non ha avuto la triste esperienza di Paolo persecutore. Non Le sembra che Lei è stata molto protetta dal Signore?
Le auguro il meglio di sé ogni giorno chiedendo a Paolo un aiuto. Paolo lo farà.
Don Giovanni Battista Chiaradia