COME ENTRARE NELLA COMPAGNIA DI GESÚ DA LAICO


21/12/2012

Domanda: «desideravo porre la seguente domanda. C'è la possibilità per un laico entrare a far parte dell'ordine dei gesuiti come accade, ad esempio, nelle fraternite domenicane e francescane, nelle quali anche il laico che desidera crescere nella fede, sceglie una particolare spiritualità come quelle proposte da quegli ordini religiosi? Chi vuole far evolvere la propria fede seguendo la spiritualità gesuitica e il carisma di S. Ignazio di Loyola, ed è un laico, può avere a disposizione questo stile di vita? »

Risponde P. Massimo Pampaloni sj

Propongo di fare una distinzione di significato alla sua domanda. «Entrare a far parte dell’Ordine come laico» si può intendere in tre modi differenti: a) far parte dell’Ordine in senso pieno; b) far parte dell’Ordine inteso come entrare in un equivalente “terz’ordine” come quello, ad esempio, di francescani, domenicani o carmelitani; c) vivere e far parte della spiritualità dell’Ordine.

Per il primo caso la risposta è ovviamente no. La Compagnia, come tutti gli altri Ordini religiosi, prevede soltanto vocazioni religiose con i voti. La vocazione del gesuita è tra l’altro sacerdotale, quindi il gesuita deve essere sacerdote. Ignazio previde anche il caso di vocazioni religiose che non fossero chiamate al sacerdozio ma che si unissero ugualmente in qualche modo alla Compagnia per aiutarne la missione. Chiamò questa vocazione “coadiutore temporale”, conosciuta anche come “fratello”. Questi non è sacerdote ma emette i voti di povertà, castità e obbedienza; in ogni caso non c’è alcuna possibilità di far parte dell’Ordine come laico.

Anche la risposta per il caso b) è no. A differenza degli Ordini a cui lei si riferisce (Domenicani, Francescani, etc.), la Compagnia di Gesù non ha né un “ramo” femminile né l’equivalente di un “Terz’ordine”, come gli ordini mendicanti. Quindi, non si prevedono forme di “incorporazione” di laici all’interno del corpo della Compagnia. C’è stato negli anni passati un esperimento dove si prevedeva la possibilità per un laico di mettersi a disposizione di un Provinciale per un determinato periodo di tempo, quasi come se fosse un gesuita. Ma i risultati non sono stati tali da continuare tale esperimento, e la Compagnia nella sua ultima Congregazione Generale ha stabilito di sospenderlo definitivamente.

Per il caso c) dobbiamo fare un’ulteriore distinzione. Si deve distinguere tra vivere la spiritualità ignaziana come singolo o in un modo comunitario. Come “singolo” la strada sono, in sintesi, gli Esercizi ignaziani fatti regolarmente una volta all’anno e la pratica quotidiana della Preghiera dell’Esame, uniti alla direzione spirituale regolare. Così si acquisisce il “modo ignaziano” di vivere e di vedere la realtà, la preghiera e il modo di cercare e trovare Dio in tutte le cose: una vera e propria scuola di discernimento. Questo è il modo alla portata di tutti. L’altro caso è quello di cercare di vivere la spiritualità ignaziana insieme ad altri fratelli e sorelle. Sebbene Ignazio non avesse previsto il caso di un Terz’ordine, questo non significa che non ci sia stata da parte della Compagnia un’attenzione al mondo laicale. Fin dai primi tempi operarono le Congregazioni Mariane, stupendo strumento di apostolato e di santificazione laicale. In pratica, i laici che si riconoscevano nella spiritualità ignaziana entravano a far parte di queste Congregazioni, vivendo i benefici e i frutti soprattutto della spiritualità degli Esercizi. Oggi le Congregazioni mariane si chiamano Comunità di Vita Cristiana (CVX) ed è il modo offerto ai laici per vivere la spiritualità della Compagnia di Gesù.