INVOCAZIONE INVANO


06/03/2014

Domanda febbraio 2014: «salve volevo chiedervi se dire oddio valesse come invocazione invano, siccome nel secondo comandamento si dice non nominare il nome di Dio invano sinceramente non riesco tanto bene a capire cosa intenda siccome il vero nome di DIO sarebbe Jahvè se non sbaglio e quindi se io dico oddio non è invocazione invano siccome non è il suo nome ?»

Risponde don Gigi Di Libero
Penso che la sua esclamazione, purtroppo di uso comune, credo proprio priva di ogni malizia e volontà di bestemmiare Dio, salvo qualche caso di voluta imprecazione e magari con la malizia di offendere Dio.
Il secondo comandamento ci ordina di non nominare il Nome di Dio invano maledicendolo o volendolo gravemente offendere.
Il nome di Dio nella Bibbia non è mai detto e conosciuto da nessuno per volontà di Dio: Jahvè nell’Antico Testamento è un modo di dire per indicare Dio di cui nessuno conosce il nome.
Questo perché nella cultura ebrea il nome è la persona, nella totalità del suo essere.
Proprio per questo non viene mai né rivelato né pronunciato il nome di Dio: Dio infatti è un mistero per l’uomo assolutamente infinito e potente e da noi impossibile da “conoscere cioè capire e comprendere” come se fosse come noi!!!
Quanto poi a capire che significato ha il “nome di Dio” nel cristianesimo che, partendo dalla religione ebraica, viene perfezionata da Gesù e diventa la nostra religione cristiana, credo le possa essere utile rileggere i seguenti numeri del Catechismo della Chiesa cattolica:
I. Il nome del Signore è santo
2142. Il secondo comandamento prescrive di rispettare il nome del Signore.
Come il primo comandamento, deriva dalla virtù della religione e regola in particolare il nostro uso della parola a proposito delle cose sante.
2143. Tra tutte le parole della Rivelazione ve ne è una singolare, che è la rivelazione del nome di Dio, che egli svela a coloro che credono in lui; egli si rivela ad essi nel suo mistero personale.
Il dono del nome appartiene all'ordine della confidenza e dell'intimità.
' Il nome del Signore è santo '.
Per questo l'uomo non può abusarne.
Lo deve custodire nella memoria in un silenzio di adorazione piena d'amore.
Non lo inserirà tra le sue parole, se non per benedirlo, lodarlo e glorificarlo.
2144. Il rispetto per il nome di Dio esprime quello dovuto al suo stesso mistero e a tutta la realtà sacra da esso evocata.
Il senso del sacro fa parte della virtù della religione.
2145. Il fedele deve testimoniare il nome del Signore, confessando la propria fede senza cedere alla paura.
L'atto della predicazione e l'atto della catechesi devono essere compenetrati di adorazione e di rispetto per il nome del Signore nostro Gesù Cristo.
2146. Il secondo comandamento proibisce l'abuso del nome di Dio, cioè ogni uso sconveniente del nome di Dio, di Gesù Cristo, della Vergine Maria e di tutti i santi.

2147. Le promesse fatte ad altri nel nome di Dio impegnano l'onore, la fedeltà, la veracità e l'autorità divine.
Esse devono essere mantenute, per giustizia.
Essere infedeli a queste promesse equivale ad abusare del nome di Dio e, in qualche modo, a fare di Dio un bugiardo.

2148. La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamento.
Consiste nel proferire contro Dio - interiormente o esteriormente - parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di lui nei propositi, nell'abusare del nome di Dio.
San Giacomo disapprova coloro 'che bestemmiano il bel nome [di Gesù] che è stato invocato' sopra di loro.
La proibizione della bestemmia si estende alle parole contro la Chiesa di Cristo, i santi, le cose sacre.
È blasfemo anche ricorrere al nome di Dio per mascherare pratiche criminali, ridurre popoli in schiavitù, torturare o mettere a morte.
L'abuso del nome di Dio per commettere un crimine provoca il rigetto della religione.
La bestemmia è contraria al rispetto dovuto a Dio e al suo santo nome. Per sua natura è un peccato grave.
2149. Le imprecazioni, in cui viene inserito il nome di Dio senza intenzione di bestemmia, sono una mancanza di rispetto verso il Signore.