Come reagire ad una disgrazia?

Risponde Don Gigi Di Libero sdb

03/03/2010
«Una persona ha perso la sua unica figlia di 18 anni in un incidente stradale, del quale si sente, almeno in parte, colpevole... Aveva già da anni problemi di lavoro: ha svolto diverse attività, senza però mai trovarne una stabile e definitiva... e ricorrendo all’aiuto della madre e della sorella senza informarne la moglie. Tale situazione gli ha creato problemi di insoddisfazione e di ambiguità. Tende ad inseguire occupazioni "complesse", che gli richiedono esborsi di danaro iniziali, per poter essere avviate, e difficilmente lo portano a risultati concreti...
A tale situazione è succeduta, l'anno scorso, la perdita della Figlia: poco tempo fa un sacerdote, gli ha detto che deve essere contento, perchè sua figlia è in paradiso, e anche lui la ritroverà.... Lui ha risposto che non crede proprio di andare in paradiso, e che non  ha paura neppure dell'inferno, perchè lo sta già vivendo nella sua, attuale, esistenza terrena...
Mi chiedo come sia possibile restituire a questa persona la fiducia nella vita, nel lavoro, ma soprattutto, nel Signore! Grazie per il Vostro prezioso aiuto!»
 
Risponde Don Gigi Di Libero sdb
Quello che lei chiede non è per nulla facile anche se è qualcosa di molto bello e che le fa onore, oltre ad essere un impegno che viene spontaneo nel cuore di un credente che vive accanto ad un amico sofferente e disilluso come mi pare debba vivere il suo amico.
Certo la prima cosa necessaria in queste circostanze è l’intensificare l’amicizia e la presenza nella vita di questa persona così duramente ferita dalla vita.
L’affetto e la comprensione che non vuole giudicare ma accompagnare con pazienza e amore è indispensabile e prioritario.
Nel caso specifico credo che sarebbe necessario, se le sarà possibile e con tutta la delicatezza e la pazienza del caso, dargli l’unico vero aiuto e sostegno, che diverrà anche vera e profonda consolazione, che consiste nell’aiutare questo suo amico, imbrogliato e sofferente, ad uscire dalle menzogne della sua vita.
Nella verità potrà affrontare con responsabilità nuova il suo vero essere sia in se stesso che in relazione a sua moglie e quindi anche alla grande disgrazia e sofferenza di aver perduto una figlia che non è certo morta a causa sua.
Questa nuova verità con se stesso e con gli altri lo riporterà certamente all’abbraccio rinnovato con Cristo e con la sua fede e il suo sguardo sarà diverso anche nei confronti dell’inferno e del paradiso.
L’accompagno con la preghiera in questo sua missione delicata ma di grande carità.