DIFFICOLTÁ LAVORATIVE E VOCAZIONE


30/06/2015

Domanda (giugno 2015): «Da quando mi sono laureato, nel lavoro non mi è andato bene praticamente niente, nonostante i miei sforzi. Mi è venuto in mente, e vorrei chiedere se è possibile che queste difficoltà siano un segno di Dio per farmi capire che non mi vuole nel mondo, ma che dedichi la mia vita solo a Lui.»

 

Risponde don Gigi Di Libero

La sua domanda è di quelle che ci obbligano a fare un momento di riflessione seria e profonda …

Per me la riflessione è stata tutta orientata a cosa vuol dire “essere chiamati da Dio” per realizzare nella nostra vita la sua Volontà e così essere realmente felici.

Il “cosa vuol dire” mi pare si riferisca esattamente ai “segni” che Dio può liberamente e creativamente trasformare in messaggi del tutto personali e intriganti … perché normalmente superano ogni nostra umana aspettativa …

In quello che lei scrive il segno sembrerebbe addirittura marcato da insuccesso e conseguente tentazione di scoraggiamento che rende normalmente delusi … tristi … senza speranza e “avvenire” …

Sì, da Dio dobbiamo davvero aspettarci di tutto e il contrario di tutto … e sempre spinti ad avere una fede così grande che stupisce prima di tutti noi stessi!

Mi permetto di annotare due cose che ritengo davvero essenziali per mettere a fuoco la sua domanda circa un cammino vocazionale da intraprendere per capire cosa Dio vuole da noi:

÷  un segno del nostro vissuto per essere letto come qualcosa che ci fa capire quello che Dio ci sta’ proponendo non deve mai essere tale per l’aspetto negativo e fallimentare …

In questo caso sarebbe molto poco significativo: voglio dire non posso farmi prete perché non riesco a trovare una donna che mi piace … non è molto incoraggiante che non trovando un lavoro che mi vada bene … mi consolo con fare il prete o il religioso perché così risolvo questo mio punto nero, deludente e sconsolante per me … quasi una sconfitta di cui cerco consolarmi con uno zuccherino …rischia sempre di essere una magra consolazione …

Il segno di non trovarmi realizzato nei lavori tentati non perché mi sento fallimentare ma perché non mi riempiono la vita e il mio cuore che aspira a qualcosa di più … questo secondo me è un valido cammino vocazionale da verificare con onestà e generosità …

Voglio dire: deve essere un aprirsi a qualcosa di più … e non solo un cerotto a piccoli o grandi fallimenti e ferite ….

÷  Il secondo suggerimento che mi sento di offrirle è di farsi accompagnare in questa sua ricerca vocazione che le si apre all’orizzonte da una persone saggia competente e di fiducia con cui possa davvero incontrarsi e insieme valutare e prendere i passi concreti di un cammino che esige un discernimento che deve essere fatto in comunione di fratelli che si aiutano con la grazia di Dio e l’assistenza dello Spirito Santo.

Non è un cammino che si possa fare da soli … dobbiamo farci aiutare con la fede nella convinzione che i cammini di Dio passano sempre nell’esperienza della fraternità… della paternità e maternità spirituale … I cammini di Dio sono sempre cammini di comunione e di vicendevole affidamento!

Da parte mia Le assicuro un ricordo nella preghiera e nell’Eucarestia che offro ogni giorno e con amore al Signore.

don gigi di libero sdb

gigidilibero@gmail.com