Vengo colpito da stati di ansia e rabbia: è peccato, visto che non mostro fiducia in Dio?

Risponde Mons. G.B. Chiaradia

26/07/2010
Domanda: «Sono un credente che spesso viene sopraffatto da degli stati ansiosi. Ora chiedo, se fossi veramente credente, dovrei abbandonarmi con fiducia alla divina provvidenza. Ma questo spesso non accade. Tale "sfiducia" potrebbe essere anche una forma di peccato? Così come potrebbe essere peccato essere sopraffatti dalla rabbia anche in casi leciti di piccole ingiustizie? Vorrei dominare i miei stati emotivi alla luce del Signore e non essere dominato. Un aiuto su come mantenere retta la fede e vedere bene.
Grazie .»

Risponde Mons. Giovanni Battista Chiaradia

Lo stato ansioso molto comune nel nostro tempo deve essere curato a dovere nella linea di un medico.
Si affidi alla scienza se questo stato di ansia diventa una consuetudine.
La "sfiducia" proviene precisamente dal suo essere ansioso in cui anche la presenza di Dio si oscura tanto da perdere il controllo di se stesso, specialmente in certe vicende del quotidiano. Lei accenna a  scatto di rabbia, a impazienza: non si spaventi. Lei non ha offeso il Signore, anche se lo ha trattato poco bene. Si ricordi che Lui è presente in noi e comprende la fragilità della nostra persona che talora trascende in parole poco degne o addirittura rabbiose.
In quel momento prenda in mano un Rosario.
Esca, si distragga, non pensi mai di aver offeso il Signore se la parola è stata indecorosa o il gesto ineducato.
Si ricordi che il Signore è più vicino a noi quando perdiamo la testa. Quindi non pensi di averlo trattato male in certi momenti ansiosi. Anzi il Signore è più vicino nei nostri momenti di impazienza, perché conosce la nostra fragilità.
Però una visitina dallo psicologo per l'ansia, sarebbe bene!
Le auguro di essere più sereno.
Mons. Giovanni Battista Chiaradia