C'È SACRILEGIO IN QUESTO CASO?

Risponde Don Gigi Di Libero sdb

31/01/2012

 

Domanda: «sono da poco ritornata alla Chiesa Cattolica; venerdì ho fatto una buona Confessione al fine di prendere la Comunione la domenica.
Però, a causa del mio carattere impetuoso il sabato mattina già avevo peccato: assistendo ad un dibattito televisivo ho apostrofato il presentatore come stupido e poco intelligente (davanti ad un'altra persona); inoltre ho detto ad altre persone che il tale presentatore aveva iniziato a lavorare in Tv perche il padre aveva conosciuto un personaggio importante.
La notizia non è falsa. Mi sono subito pentita. Tuttavia, per impegni vari non ho fatto in tempo a riconfessarmi e la Domenica ho preso la
Comunione, seppur tormentata. Ho fatto sacrilegio? è importante per me saperlo, perchè se è così lo confesserò. Cioè ho fatto diffamazione vera e
propria dato che il presentatore televisivo non ne ha subito danno?»

 

Risposta: Per fare un sacrilegio bisogna proprio volerlo (il peccato mortale, come dice il catechismo, o  ha per oggetto una materia grave o   e, inoltre, viene commesso con piena consapevolezza o   e deliberato consenso»).

Inoltre sempre il catechismo ci dice che «Il sacrilegio consiste nel profanare o nel trattare indegnamente i sacramenti e le altre azioni liturgiche, come pure le persone, gli oggetti e i luoghi consacrati a Dio. Il sacrilegio è un peccato grave soprattutto quando è commesso contro l'Eucaristia, poiché, in questo sacramento, ci è reso presente sostanzialmente il Corpo stesso di Cristo.»

A me sembra che lei non volesse in nessun modo profanare l’Eucarestia.
La sua è stata impazienza … mancanza di carità … imprudenza e mancanza di misericordiosa dolcezza e comprensione … oltre che intemperanza, se vuole, caratteriale!
Io mi sento di dirle di non drammatizzare il suo comportamento che forse non è stato del tutto corretto e delicato neppure nel non purificarsi di questo con una nuova confessione prima di comunicarsi.
Per delicatezza lo accenni nella prossima confessione per consegnare alla misericordia del Padre anche questa sua mancanza di delicatezza.
(…)