Perché all'Eucarestia non beviamo dal calice?

Rispondono Padre Giuseppe Pirola e Mons. Giovanni Battista Chiaradia

05/03/2008
Domanda: «Gentili Sacerdoti, quando Gesù ha istituito l'Eucarestia, ha detto"Prendete e mangiatene tutti...prendete e bevetene tutti.....".
Ora, nella messa, tutti mangiano un unico pane ma non tutti bevono dallo stesso calice:solo i sacerdoti che celebrano bevono dallo stesso calice.Non riesco a capire il perché di questo:Gesù ha detto di bere tutti dallo stesso calice....Perchè solo alcuni lo fanno, i celebranti, e il resto,no?
A volte, proprio perché non bevo dal calice , mi sembra di non obbedire completamente alle parole di Gesù, dato che ha comandato non solo di mangiare ma anche di bere.
Perché, infine, le chiese protestanti prevedono un rito dove tutti possono parteciapre alle due specie, mentre questo non avviene nella Chiesa Cattolica?
Ringrazio per la possibilità che mi avete dato di porvi questa domanda e rimanendo in attesa di un V/tro gradito chiarimento, porgo cordiali saluti.
C.M. da Nuoro»
 
 
P. Giuseppe Pirola sj
 
La comunione sotto le due specie anche per i laici fu rivendicata da Hus e negata dal Concilio di Costanza del 1415.
Attualmente, dopo il Concilio Vaticano II°, non ci sono più norme ecclesiastiche contrarie. I laici possono richiedere la comunione sotto le due specie o per intinzione (intingendo il pane nel vino del calice), o bevendo allo stesso calice. Di solito lo si fa in occasioni particolari (matrimoni ecc.).
Nelle messe domenicali la difficoltà è data dal numero dei presenti. Concludo: dica al suo parroco che desidera fare la comunione sotto le due specie.
Alcune confessioni cristiane protestanti storiche come luterani ecc. (ma confessioni e gruppi sono tanti e quando ero in USA ne nascevano tanti di nuovi..) non credono che l'eucarestia sia un sacramento, quindi non celebrano la messa, perchè il sacrificio di Cristo in Croce non lo si può rinnovare. È stato ed è accaduto una sola volta; e non credono alla presenza reale del Cristo risorto nel pane e vino consacrato. Fanno memoria o ricordo della Cena, avvenuta in passato una sola volta, leggendo la sacra Scrittura, commentando la Scrittura, cantando inni e salmi, ma non consacrano nè il pane né il vino. Che io sappia, non usano pane e vino quando si radunano per il culto, e nemmeno lo distribuiscono.
P. Giuseppe Pirola s.j.
 
 
Mons. Giovanni Battista Chiaradia
 
La Comunione al calice era stata abbandonata nel XIII secolo per ragioni valide: il pericolo di disperdere e quindi profanare il vino consacrato e per ragioni igieniche.
Il concilio Vaticano II è tornato all’antica comunione con il calice.
La norma è presentata nell’Ordinamento generale del Messale Romano che sintetizzo: con l’uso del cucchiaino “badando di non toccare le labbra o la lingua del comunicando”.
Si comprende che, nelle celebrazioni con tanti fedeli, c’è pericolo che qualche goccia scivoli a terra. E questo è grave!
La Comunione sotto le due specie è possibile nei monasteri o in celebrazioni particolari con pochi fedeli.
Capisco che con la Comunione anche con il vino consacrato si avverte maggiormente la presenza di Gesù sulla croce!
Ma nel pane c’è tutto Gesù e ciascuno di noi cercherà di sentirlo nell’anima e nel corpo mentre cammina donando tutta la sua presenza di pane di vita fino al momento dell’infinito dono dell’ultima stilla del Suo Sangue, cercando di avvertire nel nostro petto, quel colpo di lancia di cui parla Giovanni (19,34) "colpì il costato con la lancia e ne uscì sangue ed acqua".
Mons. Giovanni Battista Chiaradia