Cosa succede ad un sacerdote che mette in discussione i dogmi?

Risponde P. Giuseppe Pirola sj

23/02/2009
«Buongiorno.. vorrei farvi partecipe di una mia  curiosità , vorrei sapere cosa succederebbe ad un sacerdote che, durante le  sue omelie, mettesse più olte i discussione i dogmi ad esempio riguardanti la  madonna rifiutandoli come verità e ad esempio non accettasse l'eucarestia  come la transustanziazione. Verrebbero scomunicati se perseverassero con  questi pensieri anticattolici durante le loro omelie? grazie in anticipo...  cordiali saluti»


Risponde P. Giuseppe Pirola sj
 
Condivido la sua domanda per intero. Per due ragioni: un prete che trascina il suo gregge in questioni dogmatiche sulla Madonna e sulla transustanziazione viene meno alla sua missione pastorale di condurre vicini e lontani a conversione e fede, annunciando loro il regno di Dio. Che ne dice infatti di un medico che anzichè avere cura dei suoi pazienti si mettesse a disquisire con loro su teorie cliniche, quasi fossero colleghi chiamati a consulto? Il dibattito teologico serio e informato è attività da teologi e tra teologi. Colmo dell'ironia, i teologi oggi hanno materia di discussione su ben altri temi. Nessuno si sogna di mettere in discussione i dogmi sulla Madonna dei primi concili della Chiesa ( maternità divina, verginità, o l'Immacolata Concezione definita da Pio IX). Parlare della Madonna ai fedeli oggi è cercare di far capire loro qual'è la vocazione cristiana della donna, visto che Maria SS.ma ascoltò la parola di Dio dalla bocca dell'Angelo, e l'accolse, ponendo la sua vita intera a disposizione di Dio, prima di tutti gli apostoli, che a quel tempo erano ancora in giro a pescare..e con le sue visite manifestò in silenzio al popolo ebraico (Visita a Elizabetta, al Tempio cioè a Simeone e Anna) che nel Figlio suo la promessa di Yahveh al popolo ebraico era compiuta. La Madonna fu la prima alla quale fu annunciato il venire del Regno di Dio, la prima ad accoglierlo liberamente, divendendo madre del Figlio di Dio Incarnato, e la prima ad annunciare il regno di Dio al popolo ebraico, prima che il figlio suo, divenuto adulto, lo annunciasse a tutti. La prego, tenga ben ferma la sua fede e devozione alla Madonna con tutta la comunità cristiana.
La transustanziazione poi è un'interpretazione teologica della reale presenza del Cristo risorto nell'Eucarestia che si basa su nozioni filosofiche (sostanza ecc.) che richiedono una seconda competenza in filosofia oltre che in teologia, per la questione della razionalità o meno di ciò che crediamo. Ai fedeli si annunciano non enunciati e discussioni teologiche, ma verità salvifiche. Per salvarsi il fedele non ha bisogno di sapere la teologia o interpretazione razionale di ciò che crediamo, ma dell'ascolto della parola di Dio e dell'azione interiore dello Spirito Santo che muove a credere, cioè ad accogliere nel proprio cuore la presenza e azione di Dio e entrare in unione e comunione con Dio. I teologi dicono parole umane sulla parola di Dio in cui credono, rivolgendosi a chi, senza esperienza interiore di Dio,e per credere, ha il problema della razionalità del creduto, cioè un pubblico determinato,con un problema specifico e proprio (filosofi, intellettuali). Ma per unirsi con Dio  ci vuole e basta solo Dio stesso, cioè la fede come libero atto interiore. La parola del teologo invece non è in grado di generare in nessuno la fede o unione con Dio, ma solo certifica che ciò che si crede non è irrazionale e neppure perciò la libera decisione di credere, o accogliere la parola di Dio stesso.
Quindi, una volta che quanto motiva la sua domanda,sia certo e documentato, seguendo l'invito del Signore a praticare la correzione fraterna (Matteo, 18, 15- 18): prima vada dal sacerdote e lo inviti a correggersi tra lei e lui soli; poi vada da lui con qualche altro fedele; infine, se i due tentativi di correzione fraterna, cioè fatta caritatevolmente, senza chiasso e nei debiti modi, nel pieno rispetto alla persona del sacerdote, lo dica alla comunità e informi con alcuni altri fedeli il Vescovo, per porre fine al disagio suo e della comunità di cui fa parte, che riguarda il credere e il crescere nella fede.
Cordiali saluti.
Giuseppe Pirola s.j