Adolescenza e masturbazione: come andare avanti?

Risponde Don Gigi Di Libero sdb

26/12/2009
«Sono un adolescente di 14 anni!! Io cado sempre nel solito peccato, la masturbazione, però non so se c’è la piena volontà; in poche parole cerco di resistere perché so che è peccato però arrivo ad un certo punto che non "capisco più niente", cado, e solo dopo aver finito mi rendo conto di ciò che o fatto e dico a me stesso: "ma che ho fatto? Di nuovo?" E mi affido immediatamente alla infinita misericordia del Signore Gesù! Come dice san Paolo faccio il male che non voglio.... Dopo l’ultima confessione sono ricaduto in questo peccato!! Mi devo andare a confessare immediatamente per ricevere l'Eucaristia? È peccato mortale? Mi dica tutto grazie.»
 
Risponde (30.12.09) Don Gigi Di Libero
Devo anche dirti che forse sarebbe bene che tu avessi la pazienza di dialogare sul tema che proponi, con calma e in più momenti, in modo da poter interferire, chiedere, specificare problematiche e approfondire quello che ti sta più a cuore.
Si tratta di un tema delicato ma essenziale per la tua vita e la tua crescita serena e sino alla maturità equilibrata e forte.
Pertanto ho pensato di fissare alcuni punti forti ed essenziali (secondo me) come apertura di dialogo, se vorrai e ne sentirai la necessità, potrai rispondermi e approfondire ulteriormente o fare altre e più specifiche domande.
Sarò lieto di ascoltarti con calma e disponibilità e risponderti in quello che potrò per accompagnarti almeno su questo problema e in questo periodo di difficoltà che stai vivendo.
Ecco dunque alcuni punti che mi sembrano prioritari e urgenti e che ti possono aiutare sin da subito:
La masturbazione è peccato?
Non è facile e immediato rispondere. Ricorda che il Catechismo ci ha sempre insegnato che perché ci sia un peccato mortale ci vogliono tre condizioni:
a. materia grave (nella sessualità vissuta contro o fuori del progetto di Dio c’è sempre)
b. piena consapevolezza… da esaminare bene…
c. deliberato consenso… da esaminare bene…
Me ne devo confessare? Se c’è peccato mortale certo…
Ma mi permetto di consigliarti di valutarlo di volta in volta con un prete amico che ti guidi spiritualmente perché il tuo confessartene non si identifichi con momenti di scoraggiamento e umiliazione ma con momenti positivi: di conforto; di rafforzamento sentendoti amato, compreso e incoraggiato; di rivalutazione dell’impegno: rialzarti e andare avanti senza troppi piagnistei riconoscendo che, essendo deboli e fragili, abbiamo costantemente bisogno di Gesù e della sua Grazia.
Per ora mi fermo qui… e perdonami la lunghezza…
Avanti senza paura e con gioia.
 
don gigi di libero sdb